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23 Maggio 2022
New Generation MBA: in POLIMI Graduate School of Management si formano i manager del futuro
Federico Frattini e Massimiliano Guerini, rispettivamente dean POLIMI Graduate School of Management e direttore del Full Time MBA, raccontano come cambia il percorso formativo di punta tra higher purpose, life skill e cambio radicale di paradigma: «Vogliamo mettere al centro la persona e la sua consapevolezza»
Il dibattito sulla sostenibilità e sulla responsabilità sociale delle imprese non è un tema nuovo. Ma negli ultimi tempi, complice anche l’irruzione della pandemia, ha avuto un’accelerata notevole: «Rispetto a qualche anno fa, sono cambiate la qualità e la profondità delle riflessioni sulle cosiddette grand challenges», spiega Federico Frattini, dean POLIMI Graduate School of Management. «Oggi non si può più pensare alla sostenibilità come a una strategia per limitare i danni. Le aziende devono assumere il ruolo di attori in grado di immaginare futuri diversi, capaci di dare a sé stesse e alle proprie persone un higher purpose, uno scopo alto che vada oltre il business, rimettendo al centro l’essere umano».
In questo scenario le business school, che si occupano di formare i manager delle aziende di oggi e di domani, possono e devono giocare un ruolo chiave. È in quest’ottica che POLIMI GSoM lancia il New Generation MBA, una rivisitazione del proprio percorso di punta che va proprio in questa direzione: «Per noi è un segnale fortissimo, che mostra come la nostra scuola creda davvero all’importanza di riprogettare le proprie attività e finalità», spiega Massimiliano Guerini, direttore del Full Time MBA di POLIMI GSoM.
Dalle soft skill alle life skill
Nel corso degli anni, gli MBA di tutto il mondo hanno costruito la propria offerta formativa intorno a due caposaldi: il primo riguardava la centralità delle hard skill, le competenze tecniche, con le soft skill viste come secondarie; il secondo era collegato all’obiettivo dell’impresa, che era solo ed esclusivamente la massimizzazione del valore economico. «Noi in POLIMI GSoM vorremmo andare oltre, ribaltando questi due concetti», spiega Frattini. «È chiaro che non si può prescindere dagli strumenti e dalle competenze di gestione e dalle hard skill, le competenze tecniche e specialistiche che erano e restano fondamentali. Ma non basta, così come non è sufficiente l’adozione di strumenti cosiddetti “soft” che, in realtà, sono sempre orientati all’obiettivo del profitto: penso, ad esempio, al time management, alla comunicazione efficace, alla capacità di gestire un team. Il cambio che abbiamo in mente noi è radicale. Vogliamo mettere al centro la persona e, per questo, preferiamo non parlare di soft skill, ma di life skill. Per fare questo, ricorreremo anche a discipline storicamente lontane dalle business school come psicologia, filosofia, scienze sociali, storia, arte. Siamo convinti, infatti, che l’integrazione tra hard skill e life skill possa portare grande valore, perché consentirà di dare un nuovo slancio anche agli insegnamenti più tradizionali legati alle business school».
Una riflessione, questa, che parte dalla formazione dei manager ma coinvolge anche il senso profondo del “fare impresa”: «Il profitto e i risultati finanziari non devono più essere lo scopo ultimo che anima il business, bensì strumenti utili a conseguire uno scopo più alto, un higher purpose, appunto. Le aziende che si sono ripensate in questa direzione stanno già raccogliendo i frutti di questo atteggiamento».
Un master per mettersi in gioco
Il New Generation MBA è quindi il primo passo di POLIMI GSoM per portare il cambiamento dentro e fuori dalle proprie aule. Se sarà efficace, l’approccio sarà esteso ad altri programmi, anche più brevi. «Sappiamo che chi sceglie di seguire un MBA mette in pausa la propria carriera per un anno per rimettersi in gioco e intraprendere una nuova strada», spiega Guerini. «Il nostro obiettivo quindi è, da una parte, consentire a queste persone di aumentare il proprio bagaglio di competenze e, dall’altra, aiutarle a conoscersi in maniera più approfondita per sviluppare il proprio percorso umano e professionale in ottica purposeful»
L’obiettivo si riflette ovviamente anche sui programmi del master: «Partiremo tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre con un corso introduttivo online, che abbiamo chiamato Shaping a better future for all, dedicato al purpose e al suo impatto strategico – racconta ancora Guerini -. Poi inizieranno i corsi in presenza: avvieremo l’MBA con un modulo dedicato alle grandi sfide che le imprese si trovano ad affrontare. Ovviamente i corsi volti a formare le fondamentali competenze di gestione rimarranno, ma saranno rivistati al fine di porre i nostri studenti davanti all’interrogativo di come una diversa visione del business possa guidare anche le principali scelte di un manager. A novembre, poi, ci sarà un workshop di una settimana dedicato allo sviluppo delle competenze, alla scoperta e alla consapevolezza personale, con gli studenti chiamati a mettersi in discussione e a confrontarsi tanto con i loro colleghi quanto con la faculty di POLIMI GSoM, che a sua volta sta lavorando per integrare il concetto di higher purpose nei propri insegnamenti, rivedendo il modo in cui vengono insegnati anche i temi tradizionali al fine di combinare hard skills e life skills».
Il percorso di crescita professionale e personale viene sostenuto durante tutta la durata del master attraverso peer group sessions, appuntamenti che prevedono la formazione periodica di gruppi di piccola dimensione moderati da coach ed esperti, fino ad arrivare al momento del progetto finale, che tipicamente prevede un’esperienza lavorativa in cui i partecipanti possono mettere in pratica quanto appreso: «È importante verificare sul campo quanto acquisito in aula: vale per le hard skill, imprescindibili, ma soprattutto per le life skill: così le internship e i project work di fine corso saranno banchi di prova cruciali».
L’ultima parola è di Federico Frattini: «Crediamo fortemente che un diverso modello di leadership sia ormai necessario per creare leader con una brillante carriera professionale, capaci di coinvolgere le persone e gestire al meglio le proprie emozioni: saranno leader responsabili e, perché no, anche più felici».
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