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Dell'Era Claudio
08 Ottobre 2024Dal Prevedere al Progettare: l'evoluzione del future making per un futuro sostenibile
Innovation & Digital Trasformation
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Dell'Era Claudio
08 Ottobre 2024Innovation & Digital Trasformation
Come ridisegnare il futuro con un approccio proattivo e sostenibile
Da sempre l'umanità è stata affascinata dall'idea di esplorare e anticipare ciò che il domani potrebbe riservare. Mai come oggi le metodologie tradizionali per guardare al futuro appaiono inadeguate di fronte alle sfide globali emergenti. Le crisi più recenti come la pandemia, il cambiamento climatico e la crescente urgenza di costruire un mondo sostenibile hanno messo in luce i limiti di un atteggiamento meramente anticipativo.
I modelli proiettivi di una volta, per quanto basati su dati e trend, mostrano segnali di debolezza non solo per la continua imprevedibilità delle stesse crisi che si stanno susseguendo, ma anche perché sta diventando sempre più urgente un approccio proattivo e progettuale. Dal suo punto di osservazione molto particolare il professor Claudio Dell'Era, Docente di Design Thinking for Business e Direttore, tra gli altri, dell'Osservatorio "FUTURES | Sense Making by System Thinking" ha registrato i segnali di questo cambiamento.
Quali sono gli approcci innovativi nella progettazione dei futuri che si stanno sviluppando?
Incuriosisce sempre guardare avanti e cercare di capire cosa può accadere. Come Scuola ci stiamo sempre più interessando al future making e ci sembra che le metodologie più consolidate nel guardare avanti, tipicamente con un atteggiamento anticipativo, comincino a non essere così valide e un po' più deboli nel riuscire a riconoscere cosa accadrà. L'attenzione della ricerca e della formazione sul future making è sempre più rivolta ad avvicinarsi al futuro con responsabilità e al desiderio di progettualità per partecipare alla creazione di quel futuro e non solo di attenderlo.
Quali realtà stanno già sperimentando e sviluppando approcci innovativi?
Ci sembra di avere individuato alcune realtà che stanno guardando al futuro in modo più progettuale, non solo anticipando cosa sta accadendo, ma anche assumendosi delle azioni che determineranno il futuro che noi desideriamo. Per esempio, Tangity, il network di design e creatività di NTT DATA, è una realtà di valore in questa direzione, così come Skechin, un'altra società di natura consulenziale che si concentra sulla progettualità dei futuri. Ci sono anche realtà italiane che hanno elementi di distintività e valore intrinseco come Tipic. Mi sembra che nel mondo consulenziale, dopo un periodo dove ci siamo concentrati sull'innovazione più tattica e immediata, si registri l'emergere di un respiro più ampio che risiede in questo modo nuovo di guardare al future making.
Quali sono le caratteristiche del leader che immagina futuri diversi e distanti?
Credo che il grande cambiamento di attitudine per un leader che rivolge lo sguardo verso il futuro, rispetto a chi è proteso verso un orizzonte temporale più immediato, risieda nella responsabilità sociale delle azioni che compie, nella capacità di guardare al valore del proprio operato e agli impatti anche indiretti che le proprie azioni possono comportare verso il mercato a cui si riferisce. Si tratta di un approccio più olistico nel riuscire a comprendere la complessità delle conseguenze delle azioni che si compiono, unito ad una sensibilità nel cogliere le dinamiche che non riguardano solo il settore in cui si opera. È la capacità di cogliere quelle fenomenologie un po' più distanti rispetto a dove si interviene, in modo da comprendere quelle relazioni indirette sulla società, le persone, altri agenti economici che possono far parte del modello operativo e che contribuiscono a far sì che quell'innovazione si concretizzi. Ci vuole dunque la capacità di comprendere la complessità e la visione umana di guardare oltre il business in cui si sta operando.
Come è possibile promuovere la crescita di questo nuovo modo di pensare?
Prima l'innovazione era sempre business oriented, ora siamo passati ad una visione human center e planet o society center. Questo atteggiamento molto apprezzabile lo si può riconoscere in molte situazioni, come il passaggio a B Corp di molte organizzazioni guidate dal purpose. Questo cambiamento di paradigma richiede alle persone di formarsi acquisendo nuove skill da affiancare alle specializzazioni scientifiche a cui eravamo abituati. La crescente complessità a cui si fa riferimento sta richiedendo al mondo del management di ampliare il proprio bagaglio formativo non solo con le soft skill, ma facendo anche emergere l'intelligenza emotiva e l'empatia.
Come POLIMI GSoM sta esprimendo i bisogni crescenti dei nuovi manager?
Coniugare competenze tecniche e attitudini comportamentali e di comprensione dell'umanità a tutto tondo è uno degli elementi distintivi della nostra scuola. POLIMI GSoM si è impegnata all'interno di tutti i suoi programmi formativi in questo senso promuovendo una formazione che abbraccia la sostenibilità e l'attenzione al purpose, il proseguimento di un valore che non è espresso solo dalle performance economiche. Nei programmi di cui si occupa il Prof. Dell’Era, come l'International Master in Strategic Design for Innovation and Transformation, realizzato in collaborazione con POLI.design la persona è al centro delle riflessioni sull'innovazione ed è un elemento cardine dell'intero percorso formativo. All’interno del Percorso Executive in Design-Driven Leadership si promuove invece la costituzione di stili di leadership orientati verso le persone, proponendo la realizzazione di un futuro non solo ragionevole, ma anche desiderabile per i suoi valori.