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Ghezzi Antonio
25 Marzo 2025Space Economy: un nuovo paradigma di crescita, innovazione e sostenibilità
Innovation & Digital Trasformation
Entrepreneurship and Strategy
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Ghezzi Antonio
25 Marzo 2025Innovation & Digital Trasformation
Entrepreneurship and Strategy
Negli ultimi anni, la Space Economy ha acquisito un ruolo sempre più rilevante nello scenario globale, ridefinendo i confini dell'industria spaziale e aprendo nuove opportunità per aziende, istituzioni e startup innovative. Questo settore, che un tempo era esclusivamente dominato da agenzie governative e grandi società aerospaziali, si è oggi aperto a una molteplicità di attori privati, stimolando una crescita senza precedenti. Il progressivo abbassamento delle barriere economiche e tecnologiche di accesso allo spazio ha reso questo ambito più accessibile, trasformandolo in una nuova frontiera di sviluppo industriale e commerciale, anche in Italia.
A spiegarlo è il Professor Antonio Ghezzi, Co-Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Space Economy del Politecnico di Milano e Direttore dell’International Master in Digital Innovation and New Business Design di POLIMI Graduate School of Management, che in questa intervista ci guida in un’analisi approfondita sulle tendenze attuali, le sfide e le opportunità future di un settore sempre più strategico a livello globale.
Space Economy: che cosa si intende, oggi, con questo concetto?
La Space Economy può essere definita come l'insieme delle attività economiche legate allo sviluppo di infrastrutture tecnologiche per lo spazio e all’utilizzo di dati e servizi satellitari per applicazioni terrestri. Tradizionalmente, l’industria spaziale si concentrava sulla progettazione e costruzione di satelliti, lanciatori e stazioni di ricezione dei dati: negli ultimi anni, però, abbiamo assistito a una trasformazione profonda del settore in cui oggi, oltre alla creazione di queste infrastrutture, vi è un’enfasi crescente sulla generazione di servizi a valore aggiunto per le aziende, basati sui dati satellitari e sulla loro integrazione con le tecnologie digitali. Questo nuovo approccio permette agli attori della Space Economy di sviluppare applicazioni che hanno impatti concreti in settori come la difesa, la logistica, i trasporti, l’agricoltura, l’ambiente, le assicurazioni e non solo.
Perché la Space Economy è diventata così rilevante?
Negli ultimi anni, la Space Economy ha acquisito un’importanza crescente per diversi motivi. In primo luogo, l’abbattimento delle barriere economiche di accesso allo spazio: la miniaturizzazione dei satelliti ha permesso la nascita di nanosatelliti e nuove costellazioni satellitari, rendendo lo spazio più accessibile e riducendo drasticamente i costi di lancio, che sono passati da circa 20.000 dollari al chilo di vent’anni fa agli attuali 2.000 dollari al chilo. Inoltre, l’aumento della domanda di dati satellitari da parte di settori chiave, come telecomunicazioni, sicurezza e monitoraggio ambientale, ha reso l’economia spaziale un asset strategico per molti Paesi.
Quali sono i principali attori del settore e come si posiziona l’Italia nello scenario internazionale?
Gli Stati Uniti dominano il settore con aziende come SpaceX, Blue Origin e Virgin Galactic. A causa dell’attuale contesto geopolitico, a seguire gli USA non è più la Russia, ma la Cina, che opera però con una strategia molto riservata: aumenta il numero di lanci e missioni senza, a dire il vero, una reale trasparenza a livello internazionale. L’India, al tempo stesso, sta emergendo come un attore sempre più rilevante, grazie a missioni di successo e all’ottimizzazione dei costi di lancio.
In questo scenario, l’Italia gioca un ruolo chiave: contribuisce in modo significativo al budget dell’ESA (European Space Agency) e si distingue a livello mondiale, dove si attesta tra i primi dieci Paesi in termini di attività nel settore spaziale grazie a una filiera completa, che va dalla componentistica fino alla creazione dei satelliti e dei lanciatori. Torino, in particolare, rappresenta un centro di eccellenza per lo sviluppo delle infrastrutture spaziali, basti pensare che il 50% dei moduli della futura colonia lunare è attualmente in costruzione proprio nel capoluogo piemontese, da Thales Alenia Space Italia.
Quali sono le tendenze in atto nella Space Economy e quali innovazioni tecnologiche ne stanno trainando la crescita?
Uno dei principali trend che caratterizzano la Space Economy è la crescente industrializzazione della produzione satellitare. Se in passato i satelliti erano dispositivi unici, progettati su misura e con tecnologie altamente specializzate, oggi si assiste a una produzione su larga scala con componenti standardizzati e intercambiabili, simili ai dispositivi elettronici di consumo. Questo ha permesso la realizzazione di costellazioni composte da migliaia di piccoli satelliti, aumentando la ridondanza e l'affidabilità delle comunicazioni e della raccolta dati.
Un altro elemento cruciale è la ridefinizione del modello di business spaziale. In passato, l’industria spaziale si concentrava esclusivamente sulla costruzione e il lancio dei satelliti, lasciando la loro gestione e applicazione ad altri settori. Oggi, invece, le aziende attive in questo ambito si stanno trasformando in veri e propri fornitori di servizi, cercando di sviluppare applicazioni commerciali che possano giustificare l’investimento iniziale. L’obiettivo è creare un ecosistema di servizi spaziali che abbiano un impatto immediato sulla vita quotidiana e sulle attività economiche di altri settori.
Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?
Per il futuro, è possibile prevedere una crescente attenzione alla regolamentazione dello spazio, divenuta ormai necessaria. Il rischio di congestione dell’orbita bassa è reale, con decine di migliaia di satelliti attivi che potrebbero portare a rischi di collisioni e a un problema di sostenibilità a lungo termine. In questo scenario, sarà fondamentale operare al fine di razionalizzare gli attuali sforzi di questa “corsa allo spazio”, definendone gli obiettivi e sviluppando le competenze idonee a raggiungerli.
Quali sono, in particolare, le competenze richieste dal settore?
L’evoluzione della Space Economy richiede un nuovo approccio alla formazione professionale. Non basta più disporre di competenze ingegneristiche di alto livello; è necessario sviluppare anche una visione strategica e manageriale per comprendere il valore economico dei dati satellitari e la loro applicazione nei diversi settori industriali.
“Every company needs a space strategy”: oggi, qualsiasi organizzazione deve iniziare a chiedersi se e come poter integrare il dato spaziale nel proprio modello di business. In tal senso, una delle sfide principali è quella di creare figure professionali in grado di combinare competenze tecnologiche con capacità di gestione e sviluppo del business. Questo significa che la formazione dovrà essere sempre più orientata a fornire strumenti per analizzare il mercato, realizzare modelli di business innovativi e comprendere le implicazioni geopolitiche e normative dello sviluppo spaziale.
L’Osservatorio Space Economy del Politecnico di Milano, in questo contesto, offre strumenti di analisi per comprendere le dinamiche di mercato e creare nuove opportunità. POLIMI Graduate School of Management, inoltre, offre percorsi specifici e di alto valore per il settore - come il Percorso Executive in "Doing Business in The Space Economy - from Technology to Services" - che combinano competenze specialistiche con elementi di strategia aziendale e gestione dell’innovazione.
Alla base di questo impegno, vi è un Purpose chiaro e ben definito: far sì che lo sviluppo della Space Economy sia guidato da una visione sostenibile e orientata al benessere della società. Le tecnologie spaziali non devono essere viste solo come strumenti di profitto, ma come opportunità per migliorare la vita sulla Terra, supportando il monitoraggio ambientale, la gestione delle risorse naturali e la risposta ai cambiamenti climatici; attraverso una formazione multidisciplinare e orientata all’impatto sociale sarà possibile costruire una Space Economy davvero sostenibile ed efficace, per tutti.