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29 Aprile 2024
Chief Innovation Officer, cosa fa in azienda chi guida l’innovazione

Lo chiamano Chief Innovation Officer (CInO), ma ancora più spesso sul suo biglietto da visita – digitale – appare il titolo Chief Digital Innovation Officer oppure Chief Technology and Innovation Officer. Una combinazione di concetti che richiama i mondi della tecnologia, della digitalizzazione e dell’innovazione. Ma che cosa fa per l’esattezza chi viene incaricato di orchestrare questi tre strumenti in azienda?
Chi è e cosa fa un Chief Innovation Officer
Il Chief Innovation Officer è la persona responsabile della gestione dei processi di innovazione all’interno di un’organizzazione. Ha il compito di identificare le strategie, le opportunità di business e le tecnologie necessarie alla realizzazione di tali processi, nonché di sviluppare nuovi modelli di business, strutture industriali e partnership per guidare l’innovazione aziendale.
Si tratta quindi di una figura non solo aggiornata sulle nuove tecnologie, ma capace di trasformare idee fresche in prodotti o servizi vincenti. Il suo compito principale è comprendere cosa avviene a livello di trend tecnologici e andamento dei mercati, per sviluppare in azienda una cultura orientata all’innovazione.
Il Chief Innovation Officer non è un inventore, ma un architetto dell’innovazione: deve saper identificare le leve disponibili alla luce dei cambiamenti esterni e adeguare l’organizzazione interna. Opera quindi come un ponte tra l’IT e il business: focalizzandosi sull’infrastruttura di oggi, sa capire di cosa avrà bisogno l’organizzazione tra 10 anni orientando le scelte innovative.
Anche se spesso di difficile definizione, il ruolo del Chief Innovation Officer è perciò diventato fondamentale per un’azienda che vuole restare competitiva nel mutevole scenario economico attuale. Affidarsi a un responsabile dell’innovazione può infatti aiutare l’organizzazione a scoprire nuove opportunità e a fare i giusti investimenti per ottenere un valore a lungo termine.
Le competenze "must have" di un Chief Innovation Officer
Per raggiungere questo obiettivo, il Chief Innovation Officer deve essere dotato di una profonda conoscenza del panorama tecnologico e dei processi di produzione, per individuare le aree di intervento e definire una roadmap. Deve, inoltre, avere capacità di pensiero strategico: deve essere in grado di valutare le diverse opzioni, assumere rischi calcolati e apportare gli aggiustamenti necessari al momento opportuno.
Nonostante si tratti di un ruolo fortemente personalizzato rispetto all’organizzazione in cui opera, alcune competenze non possono mancare. La prima è appunto la capacità di esprimere una visione strategica che delinei nuovi scenari competitivi, avendo ben chiari gli impatti sul brand e le eventuali barriere all’innovazione.
Nelle diverse fasi di progettazione deve poi saper valorizzare e integrare la dimensione tecnica e la dimensione creativa, stimolando la sinergia tra pensiero analitico e intuitivo, anche attraverso tecniche di Design Thinking.
Una volta formulata la strategia digitale, al CInO viene richiesto di concretizzarla in un modello di business radicalmente innovativo, “born-digital” o “digitally-enabled”, mostrandosi padrone di tutti i principali strumenti strategici per progettare e innovare un Business Model.
Rispetto ad altri ruoli legati all’innovazione, il Chief Innovation Officer deve possedere anche capacità di leadership in continua trasformazione: deve saper comprendere il contesto e scegliere coerentemente le modalità di gestione e lo stile di guida da adottare. Molto richieste sono anche le capacità di people engagement per far sì che tutti vedano di buon occhio i cambiamenti apportati e le opportunità di crescita.
Le responsabilità di un Chief Innovation Officer
In azienda parlare di innovazione non basta, occorre anche realizzarla. Al CInO viene dunque assegnata per prima cosa questa responsabilità, funzionale a determinare e far crescere il ritorno sugli investimenti in campi d’avanguardia, a partire da tecnologie e digitale.
L’obiettivo è ottenere performance aziendali migliori, maggiore competitività sul mercato e resilienza davanti ai cambiamenti improvvisi. La ricetta è semplice: trattare l’innovazione come un’attività di business, fissando obiettivi SMART (Specific, Measureable, Attainable, Relevant, Timely) e coinvolgendo le risorse chiave, stimolandone la propensione al cambiamento continuo.
In quanto “guida” dell’innovazione aziendale, il Chief Innovation Officer ha perciò la responsabilità di:
- sviluppare una strategia, dando una direzione al percorso innovativo dell’azienda;
- promuovere nuove opportunità di crescita, identificando e sviluppando nuovi prodotti, servizi e modelli di business;
- introdurre strumenti e risorse innovative, scegliendo le soluzioni tecnologiche più adatte e inserendo i profili giusti;
- creare una cultura dell’innovazione, favorendo la circolazione di idee, la sperimentazione e la collaborazione tra i team.
Il suo è un ruolo da equilibrista: da un lato è un leader carismatico in grado di aprire la strada verso nuovi scenari, dall’altro è un manager lucido capace di misurare il percorso e distribuire mezzi e tempi per percorrerlo.
Diffusione e impatto del Chief Innovation Officer
Ma quanto sono diffusi i Chief Innovation Officer nelle aziende? Secondo una ricerca condotta dall’Università di Pisa nel 2019, si tratta di una figura manageriale ancora emergente, che costituisce solo il 2,2% del campione di figure C-Level analizzate. I risultati del suo ingresso in azienda però non si fanno attendere: le organizzazioni dotate di un responsabile dell’innovazione hanno registrato un aumento del fatturato pari al 12,4%, contro il 7,7% di quelle prive di questa figura.
Ancora meglio sono andate le aziende che prevedevano una competenza specifica in ambito “Technology” o “Digital” (+12,1%), superate dalle imprese che hanno preferito integrare ben due specialisti, solitamente con responsabilità suddivise nel campo dell’innovazione e in quello di tecnologia e digitale (+14,6%).
Secondo una ricerca degli Osservatori Startup Intelligence e Digital Transformation Academy della School of Management del Politecnico di Milano, all’interno delle grandi imprese l’innovazione sta assumendo sempre maggiore riconoscimento, anche a livello organizzativo. Il 41% delle imprese ha già definito una “Direzione Innovazione” o un singolo ruolo dedicato alla gestione dell’innovazione, spesso in stretto rapporto con il vertice aziendale.
Il 31% utilizza team di progetto dedicati a ogni specifico progetto di innovazione, mentre il 9% possiede un comitato di innovazione interfunzionale. Nelle PMI, invece, sono ancora rari i ruoli dedicati all’innovazione digitale (8% dei casi) e si predilige una gestione occasionale (60%) o il ricorso a consulenti esterni (13%).
Come diventare un Chief Innovation Officer
Non esiste un percorso unico per diventare Chief Innovation Officer. Tuttavia, è abbastanza comune che i responsabili dell’innovazione arrivino a questa posizione dopo alcuni anni di esperienza in un’altra posizione dirigenziale, spesso focalizzata su soluzioni, prodotti o servizi. Oltre ad acquisire sul campo l’esperienza necessaria, gli aspiranti CInO dovrebbero concentrarsi anche sul perfezionamento delle proprie qualifiche accademiche.
Di regola, per arrivare a ricoprire tale ruolo, occorre una laurea in economia o amministrazione aziendale. Oltre ad avere anni di esperienza e un ottimo intuito per anticipare i trend di mercato, un buon Chief Innovation Officer deve anche formarsi in maniera specifica sui temi dell’innovazione, per poter padroneggiare tecnologie e organizzazione aziendale e facilitare così l’introduzione di metodologie e strategie innovative.