18 Novembre 2024

Come la filosofia influenza e trasforma la leadership aziendale

Come la filosofia influenza e trasforma la leadership aziendale - POLIMI GSoM

Puntare esclusivamente sulle competenze tecniche per manager e leader nel mondo aziendale non basta più. Guidare un'organizzazione verso il successo e l'innovazione richiede uno stile di leadership e una comprensione della complessità più profonda e che tiene conto del purpose e dei valori che ogni realtà esprime. In questo contesto, è la filosofia con la sua capacità di riflessione profonda e di analisi critica a fornire uno strumento potente ed incisivo. Non è sufficiente che un leader sia consapevole del purpose e dei valori della sua impresa. È necessario che li interiorizzi e li traduca in azioni concrete, ispirando il proprio team e contribuendo a creare una cultura aziendale che promuova coerenza e autenticità.

È qui che le competenze filosofiche entrano in gioco: la filosofia aiuta a riflettere in modo critico sul proprio ruolo, sulle proprie decisioni e sull’impatto che queste hanno sull’organizzazione e sulla società. Il cambiamento del ruolo del leader e del manager negli ultimi anni, nonché il potenziale straordinario della filosofia come strumento di supporto, sono al centro degli studi del Professor Roberto Mordacci, ordinario di Filosofia Morale presso la Facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele. Nel terzo modulo intitolato "Filosofia della Leadership" del Percorso Executive in Filosofia per il Management, il Professor Mordacci esplora come la filosofia possa influenzare e trasformare la leadership aziendale.


Cosa vuol dire leadership in questo contesto storico, ma anche industriale/tecnologico?

Ogni formazione sociale si organizza intorno a una leadership. Questa può essere una persona, ma anche un gruppo o un’idea o un modello organizzativo. La deriva per cui pensiamo che ci sia unità d’azione solo se c’è un leader “forte” si produce solo nei momenti più bui della storia. Le leadership più durature sono partecipative e sono definite dalle regole in cui si riconoscono, non dal leader. Un manager autoritario, come un Capo di Stato totalitario, dura al massimo vent’anni. Poi tutto il suo mondo crolla miseramente. Le repubbliche e gli imperi duraturi, come quello romano, erano costituite dalle loro leggi e dal corpo civile: i capi cambiano, ma il diritto e l’essere cives romanus restano. La cosa non è diversa in una società industriale. I media digitali generano leader tanto “costruiti” o fittizi quanto lo erano quelli delle società antiche e moderne. Un editto, una diceria o l’azione della stampa hanno sempre generato spostamenti dell’opinione pubblica. La nostra idea che la tecnologia crei nuove epoche dell’umanità dimostra quanto poco abbiamo capito della tecnologia e soprattutto delle dinamiche sociali umane.


Leader si nasce o si diventa?

Alla nascita, propriamente non siamo nulla di determinato: un coacervo di potenzialità biologiche che prenderanno una forma imprevedibile influenzata da esperienze, contesto, relazioni, possibilità concrete e caso. La genetica non è una scienza deterministica e soprattutto noi non “siamo” i nostri geni. Dunque, nessuno nasce leader, perché nessuno nasce in generale per un ruolo o un altro. Nel ruolo, qualunque esso sia, ci si plasma e si esprime anche un insieme di predisposizioni, ma la combinazione che decide del successo o della sconfitta è complessa: può capitare che una persona che non si sente adatta a un certo ruolo venga spinta a svolgerlo con efficacia dal senso di responsabilità, dalla volontà di far bene ciò che fa - qualunque cosa sia. Lo stoicismo antico esprimeva quest’idea con la nozione di kathekon, ossia dell’officium, del “dovere connesso al ruolo”. Tanto Epitteto, schiavo liberato, quanto Marco Aurelio, imperatore romano, misuravano la propria esistenza sull’essere stati all’altezza del ruolo che la vita aveva assegnato loro, esaminandosi ogni giorno. Nessuno dei due era nato per essere schiavo o imperatore.


Quali sono le competenze di un leader moderno?

Ci sono competenze manageriali e competenze personali. Le competenze “soft” o “umanistiche” rientrano fra quelle manageriali, non fra quelle personali. Queste ultime riguardano il carattere: posso essere pigro, incostante, irascibile o al contrario attivo, tenace e pacato, ma questo non ha a che fare con le mie competenze di manager. Fra queste sono assolutamente essenziali, oggi, quelle che riguardano un’ampia cultura di sfondo, una certa curiosità per gli eventi della storia, una buona conoscenza delle idee fondamentali della filosofia e della scienza, un sano interesse per le questioni sociali. Un manager che vive isolato in una competenza esclusivamente economico-gestionale è un pessimo manager, che non potrà fare il bene dell’azienda. L’epoca dei manager “tecnici” deve finire, perché esprime una mentalità riduttiva, ormai fuori dalla storia. Il manager è per definizione una figura umanistica: non è uno scienziato, non è un meccanico, non è un informatico, non è un chimico. È qualcuno che vede un’organizzazione come una rete di relazioni interpersonali e che cerca di fare in modo che siano relazioni buone e soddisfacenti, anche (ma non solo) in termini di risultati ottenuti.


Il leader catalizzatore del cambiamento

Il leader moderno non è più un manager distaccato, ma un catalizzatore del cambiamento, capace di comunicare un purpose significativo e di ispirare fiducia e impegno. Le competenze filosofiche, in questo contesto, diventano essenziali per affrontare questioni complesse come l’etica del potere, la responsabilità sociale e la sostenibilità. Quello che emerge è che la leadership del futuro non può prescindere dalla riflessione filosofica. Solo un leader che riflette profondamente sui propri valori e sul purpose dell’impresa sarà in grado di generare un impatto duraturo e positivo. La filosofia, con la sua capacità di interrogare e dare significato, offre ai leader gli strumenti per crescere e per portare le loro organizzazioni verso un futuro etico e sostenibile. Per questo motivo, è stato ideato il Percorso Executive in Filosofia per il Management, che ha l'obiettivo di formare leader consapevoli e capaci di guidare le loro aziende in maniera responsabile e lungimirante.

18 Novembre 2024